Muzii e Mazzacurati nel programma del Cinema Trevi (11- 16 marzo)

 

 

La settimana del cinema Trevi a Roma, che va da martedì 11 a domenica 16 marzo, prevede quattro brevi rassegne: un ricordo del regista Enzo Muzii, l’appuntamento mensile con il cinema sardo, una giornata dedicata allo 007 all’italiana Giorgio Ardisson e al suo agente 3S3. Chiude la settimana un omaggio a Carlo Mazzacurati. Come di solito oltre alle proiezioni sono previste una serie di incontri con personalità del cinema e del giornalismo. Questo il programma dettagliato:

Muzii e Mazzacurati nel programma del Cinema Trevi (11- 16 marzo)

 martedi 11 marzo

In ricordo di Enzo Muzii

 

È morto il 2 febbraio Enzo Muzii, sporadico e intrigante regista, già proposto in passato al Cinema Trevi. Riprendiamo le parole di Irene Bignardi su «La Repubblica», in occasione dell’uscita nel 1990 del suo primo romanzo,Punto di ritorno (Adelphi), per noi un punto di partenza per riscoprire questo geniale artista: «Perché la morte come tema dà sempre luogo a un autoritratto. Sotto questa epigrafe di Josif Brodskij, Enzo Muzii giornalista, critico di cinema, gentiluomo, bon vivant, regista, fotografo, scapolo, avido lettore, viaggiatore raccoglie, come in un ritratto arcimboldesco fatto di episodi che, a ben vedere, sono tutti addii e separazioni, le sue memorie. Sue? Anche se gli indizi sono volutamente confusi, se la cronologia e la logica temporale sono spezzate, se i nomi e i luoghi sono spesso sigillati sotto le allusioni, se i ricordi sono registrati selettivamente a comporre un’immagine assai simile a quella originale ma tanto sfuggente da poter essere altrui, si tratta di un autoritratto romanzesco. Non bisogna cercare però in Punto di non ritorno i ricordi di un uomo di cinema (Muzii ha al suo attivo due interessanti film comeLa macchia rosa Come l’amore, oltre ad alcune belle cose televisive tra cui il piccolo gioiello di La singolare avventura di Francesco Maria). Non i ricordi di un fotografo che ha registrato, per puro piacere e senza conoscere le costrizioni del dovere professionale, alcune bellissime facce di donne (ma questo passato si rivela quando Muzii parla di una vita diaframmata dalla prudenza). E neanche i ricordi di un uomo che nella sua vita ha avuto molto successo con le (belle) signore, e che ha conosciuto le gioie della migliore cultura borghese. Punto di non ritorno è una rapsodia delle memorie che hanno contribuito a costruire un eterno adolescente, un uomo che ha preferito non scegliere e non dire, un po’ per sdegno aristocratico, un po’ per elegante ambiguità, un po’ per viltà […] Che rivela l’ennesimo talento di un grande dilettante delle arti e, per quel che ci racconta, della vita».

Luciano Tovoli, autore della fotografia di Come l’amore Una macchia rosa, ricorderà l’amico Enzo.

 

ore 17.00 I misteri di Roma di Libero Bizzarri, Mario Carbone, Angelo D’Alessandro, Lino Del Fra, Luigi Di Gianni, Giuseppe Ferrara, Ansano Giannarelli, Giulio Macchi, Lorenza Mazzetti, Enzo Muzii, Piero Nelli, Paolo Nuzzi, Dino B. Partesano, Massimo Mida, Giovanni Vento (1963, 99’)

Documentario-inchiesta sulla capitale, ideato e coordinato da Cesare Zavattini. Quindici giovani registi filmano in media sette minuti ciascuno componendo il ritratto di una giornata a Roma, svelandone gli aspetti meno conosciuti. Dall’alba alla notte si alternano bassifondi e quartieri alti (più raramente): prostitute, papponi, spogliarelliste, barboni, operai e impiegati sfruttati, preti, consiglieri comunali missini, neofascisti. Ne viene fuori il quadro di una società già incattivita, nella quale prima di tutto conta il denaro.

 

ore 19.00 Come l’amore di Enzo Muzii (1968, 88’)

«Come l’amore segna l’esordio nel lungometraggio di Enzo Muzii e il debutto cinematografico di Anna Maria Guarnieri. Battesimo felice, perché Muzii mostra di sapersi inserire con accenti personali nella pattuglia di punta del cinema italiano, e alla Guarnieri, per la sua straordinaria fotogenia, si apre la strada di nuovi successi. Come l’amore non è un film facile, e come molte opere prime nate in ambienti di cultura soffre di qualche artificio (senza dire il debito verso Antonioni), ma è interessante per il modo con cui cerca di visualizzare l’ambiguità del reale. Muzii è fotografo di professione: passando al cinema il pericolo, ovviamente, era quello dell’immagine calligrafica, dell’astrazione intellettualistica, cui si aggiungeva, poiché il film è girato a Positano, quello del compiacimento paesistico e folcloristico. Se ha evitato questi rischi è perché ha raggiunto un buon equilibrio fra l’idea e la forma, sottraendo il racconto sia alle convenzioni naturalistiche sia agli estetismi del mestiere. Il film ha per protagonisti un fotografo inglese (interpretato dal duttile Alfred Lynch) e un’attrice italiana, appunto la Guarnieri, che ritrovandosi dopo due anni cercano di far rivivere i sentimenti del passato, e perciò ripercorrono i luoghi e ripetono i gesti del loro primo incontro. Ma non si scherza con l’amore» (Grazzini).

 

ore 20.45 Incontro con Luciano Tovoli

 

a seguire Pensare Brasile di Enzo Muzii (1970, 12’)

Ingresso gratuito

 

a seguire Una macchia rosa di Enzo Muzii (1969, 98’)

Un giovane documentarista, al ritorno da un viaggio in India, riallaccia le vecchie amicizie e riprende la vecchia vita, ma il ricordo della sua permanenza in Asia, echeggiata dal materiale fotografico su cui lavora, lo proietta in uno stato di apatia esistenziale. Invano cerca di dare un ordine alla sua vita e al suo lavoro. «È anche questo [come il precedente film di Muzii Come l’amore] un film stilizzato, in cui toni e volumi sono squisitamente filtrati sino all’essenza, un film che nei suoi più puri momenti ha la diafana grazia policroma del vetro soffiato» (Sacchi). Con Giancarlo Giannini e Valeria Moriconi.

Ingresso gratuito

 

mercoledì 12 marzo

Incontro con il Cinema Sardo a Roma

 

Il Gremio, in occasione del suo 65° anniversario (1948-2013), continua ad organizzare, con la collaborazione della FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), della Cineteca Sarda - Società Umanitaria e della Cineteca Nazionale, una serie di proiezioni e dibattiti con attori e registi, all’interno della rassegna Incontro con il Cinema Sardo, presso il Cinema Trevi.

La giornata del 12 marzo è interamente dedicata a Enrico Pitzianti, regista e documentarista cagliaritano, che ha frequentato il corso di regia alla New York Film Academy.Vincitore di numerosi premi grazie ai suoi lavori nel campo documentario. «Sono interessato ad osservare la realtà, per estrapolarne quello che credo sia giusto raccontare in quel momento» (Pitzianti).

Programma a cura di Franca Farina - Ingresso gratuito per i soci de Il Gremio

 

ore 17.00 Il guardiano di Enrico Pitzianti (1998, 16’)

Oreste è il guardiano dell’arco degli Acetari, nel centro storico di Roma. Ma la sua quotidianietà è sconvolta dalla dieta che gli è stata imposta dal medico e dai familiari... Premio di qualità Mibac 1999.

 

ore 17.30 Piccola pesca di Enrico Pitzianti (2004, 80’)

Basso Sulcis, Sardegna sud occidentale. Luciano è un pescatore costretto a pescare in zone limitate, non può più calare le reti nei punti preferiti a causa delle esercitazioni militari mare-terra-mare che si svolgono nel poligono di Capo Teulada. La storia di come sia nato questo poligono è assai confusa: vendite, espropriazioni, rivolte di contadini che non volevano lasciare la terra fertile, mentre gli americani, prima, gli inglesi, poi e gli italiani, infine, trovavano perfette per esercitarsi alla guerra. Una vicenda orchestrata da Roma con connivenze dei politici locali che alla fine attribuì al Genio militare 7.500 ettari di territorio.

 

ore 19.00 Tutto torna di Enrico Pitzianti (2008, 86’)

Massimo ha vent’anni e da poco tempo ha lasciato il suo paese nel nord della Sardegna per trasferirsi a Cagliari. Vorrebbe diventare uno scrittore e sta cercando un editore per il suo primo romanzo, ma nel frattempo lavora nel locale di suo zio Giuseppe, con cui divide anche l’appartamento. L’amore per una danzatrice cubana, l’incontro con un gruppo di artisti e le difficoltà economiche di suo zio, porteranno Massimo ad affrontare il difficile percorso verso l’età adulta, che spesso costringe a rivedere i propri sogni e le priorità nella vita...

 

ore 20.00 Incontro introdotto da Antonio Maria Masia, moderato da Alessandra Peralta

con Enrico PitziantiPaolo D’AgostiniFiorella InfascelliEmanuele Nespeca

 

segue un brindisi

 

a seguire Roba da matti di Enrico Pitzianti (2011, 80’)

Casamatta (Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari) è una residenza socio-assistenziale in cui vivono otto persone con disagio mentale, ma che, con il sostegno costante degli operatori, vivono una vita normale in una casa speciale. Una struttura considerata all’avanguardia …

Ingresso gratuito

 

giovedì 13 marzo

George Ardisson, i fratelli Maggi e la Filmar: operazione 3S3

 

«Fra tutti i generi del cinema popolare italiano, quello delle spie o degli 007 all’italiana come sarebbe più giusto definirli, è sicuramente il meno amato e il meno studiato dal pubblico dei fan del nostro cinema. […] Meritano gran rispetto gli 007 di Sergio Sollima, che allora si firmava Simon Sterling e lanciarono la stella di Giorgio Ardisson e del suo agente 3S3. Ardisson, che era stato precedentemente vichingo per gli avventurosi di Mario Bava e il primo Zorro a colori e senza baffi delle nostre coproduzioni, divenne popolarissimo come sotto 007, sia in versione bionda che mora. Se il primo titolo, Agente 3S3 passaporto per l’inferno (1965), era buono, per molti, compreso lo stesso Ardisson, il miglior film della serie è però il secondo, Agente 3S3 massacro al sole (1965), che vanta anche una grande musica di Piero Umiliani e una celebre canzone di Orietta Berti, gioia dei fan della cocktail generation. Ma questi primi film sono fatti con gioia e fantasia di sperimentare, di far cinema. Per il terzo film della saga, Asso di picche operazione controspionaggio (1965) Sollima verrà però rimpiazzato da Nick Nostro» (Giusti). Tre film interpretati da Leontine May e distribuiti dalla Filmar dei fratelli Maggi, mitici personaggi di un cinema che non c’è più…

 

ore 17.00 Asso di picche: operazione controspionaggio di Nick Nostro (1965, 107’)

«Per le nuove leve, un “piccolo gioiello del genere” spy-movies, con scene sadiche sulla bella Hélène Chanel giustamente vietate al tempo. Ardisson ripete un po’ il ruolo dell’agente 3S3 […], anche se si chiama Asso di picche e se la vede con una organizzazione criminale che ha costruito una centrale atomica sotto le sabbie del Kurdistan e vuole, ovviamente, conquistare il mondo» (Giusti).

 

ore 19.00 Agente 3S3 passaporto per l’inferno di Sergio Sollima (1965, 102’)

Quando i miliardari, i collezioniste d’arte e le spie si riunivano a Beirut, il nuovo Bond aveva la faccia e le movenze di George Ardisson e il cinema italiano partoriva sigle impossibile. Dieci anni dopo Rino Gaetano canterà: «Chi sogna i milioni, chi gioca d’azzardo chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo» e tutto sarà già finito...

 

ore 20.45 Incontro moderato da Marco Giusti con George Ardisson, Leontine May

 

a seguire Agente 3S3 massacro al sole di Sergio Sollima (1966, 120’)

«Grande il cast protowestern con tanto di Fernando Sancho nei panni di un dittatore pazzo che domina un’isoletta dei Caraibi in lotta col mondo» (Giusti).

Ingresso gratuito

 

14-18 marzo

Paesaggi umani. I film di Carlo Mazzacurati

 

Il 22 gennaio si è spento all’età di 57 anni Carlo Mazzacurati. Regista, sceneggiatore, presidente della Fondazione Cineteca di Bologna, ci ha regalato attraverso i suoi film uno sguardo inedito, appartato, orgogliosamente provinciale, pieno di pietas, come i suoi personaggi estranei al lusso e visceralmente attaccati alla dignità dei gesti concreti, molto simili ai paesaggi e agli ambienti in cui vivono. Ma lasciamo alle parole dello stesso Mazzacurati un autoritratto sincero e privo di retorica, come il suo cinema: «Se penso adesso a un’esistenza senza quello che ho fatto, a una vita cosiddetta normale, credo che sarei impazzito. […] E questo non certo per una forma snobistica verso chi questa vita, buona intendo, la conduce, ma proprio per una incapacità immediata, dolorosa anche, di identificarmi, che poi è anche il problema della verifica di me stesso nei confronti degli altri, dei miei amici ad esempio, che una vita così la conducono. Io non ci sono mai riuscito» (Andrea Filippi, Carlo Mazzacurati, Quaderni del Cinestate, Città di San Gimignano, p. 69).

Negli stessi giorni alla Casa del Cinema saranno proposti i documentari di Mazzacurati e martedì 18 alle 18.30 si svolgerà un incontro alla presenza di amici e colleghi.

 

venerdì 14 marzo

 

ore 17.00 Notte italiana di Carlo Mazzacurati (1987, 90’)

«In principio dunque sembra esserci il delta del Po, con i suoi ricordi cinematografici e soprattutto le sue caratteristiche fisiche, geologiche, ecologiche (acquitrini e acquazzoni, metano e capitoni). In questo paesaggio si incrociano e si scontrano una serie di personaggi con le loro brave diversità sociali, caratteriali, professionali, morali» (Ferzetti). «Notte italiana è stata un’esperienza straordinaria, irripetibile, il tipo di set che poi rimpiangi per sempre perché non è facilmente destinato a riformarsi un gruppo, un clima, un affetto, un’attenzione dello stesso genere» (Mazzacurati).

 

ore 19.00 Il prete bello di Carlo Mazzacurati (1989, 91’)

«Il cuore della vicenda è la storia tra due adolescenti, il loro cercarsi, lasciarsi e ritrovarsi, il crescere assieme. L’anno è il 1939, la vigilia della II Guerra Mondiale. Per il mondo intero è la fine di un’epoca, per i due protagonisti la fine di un’età. Il romanzo [di Goffredo Parise, n.d.r.], nonostante sia ambientato negli anni trenta, un periodo che ovviamente non conosco, mi ha suscitato ricordi, memorie. Mi ha fatto tornare in mente persone, gesti, linguaggi che ho conosciuto nella mia infanzia negli anni sessanta» (Mazzacurati). «Mazzacurati, con quest’ultimo film, ha dimostrato di essere un ottimo regista, uno fra i migliori (se non il migliore) fra quelli che, genericamente, potremmo chiamare “nuove leve”» (Salvi).

 

ore 21.00 Un’altra vita di Carlo Mazzacurati (1992, 95’)

«Un’altra vita […] è la storia “fuori orario” di un tranquillo dentista romano (un convincente Silvio Orlando, espressione della medietà) il quale viene casualmente a contatto con una ragazza russa e attraverso di lei conosce inaspettatamente la comunità degli immigrati cui la donna appartiene […] e un certo sottobosco romano fatto di negozianti che si arricchiscono con attività illecite» (Comuzio). «Un’altra vita nasce da […] un sentimento di dolore, di fatica a vivere legato agli otto anni di permanenza a Roma, di non integrazione, di come sono io, della mia cultura, della mia maturazione faticosa» (Mazzacurati).

 

sabato 15 marzo

 

ore 17.00 Il toro di Carlo Mazzacurati (1994, 105’)

«Il toro non è, ovviamente, il tentativo di raccontare i paesi dell’est, semmai è il tentativo di raccontare il viaggio di qualcuno, con quello che uno capisce ma anche con quello che rimane oscuro» (Mazzacurati). «È un film delicato, di un realismo sensibile all’appartato, al non “forte”, è solidale, rifiuta il picaresco e la denuncia, ha il gusto della narrazione minuta, on the road per le strade d’Europa» (Fofi). Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia.

 

ore 19.00 Vesna va veloce di Carlo Mazzacurati (1996, 92’)

«L’idea che volevo cercare di raccontare era come avrebbe visto l’Italia una persona che non ne conosce la cartina geografica. […] E ho voluto anche, all’inizio, tenere dentro un po’ di Est, per dire “veniamo da laggiù”» (Mazzacurati). «Quinto lungometraggio di Carlo Mazzacurati, e il terzo dedicato a un viaggio e a incontri tra est e ovest […], è però il primo a essere tutto al femminile. Tutto visto attraverso gli occhi azzurri di Vesna, e perciò misterioso e attraente anche quando a noi potrebbe sembrare squallido; tutto sospeso, accorato, malinconicamente crepuscolare» (Martini).

 

ore 21.00 L’estate di Davide di Carlo Mazzacurati (1998, 92’)

Davide vive a Torino con il fratello; questi, sposato e da poco padre, non naviga certo nell’agiatezza. Superato l’esame di maturità, Davide si guadagna qualche soldo come lavamacchine e investe i pochi risparmi in una vacanza, che decide di trascorrere in Polesine, presso gli zii. Qui si innamora di una ragazza, Patrizia, più anziana di lui e meno trasparente di quanto non sembri. «Con L’estate di Davide, Carlo Mazzacurati è tornato nella bassa veneta, in provincia di Rovigo, a pochi chilometri dal mare e dal delta, facendone il cuore geografico-narrativo del film, che però inizia a Torino e lì termina, dopo una tragica trasferta in Puglia» (Piccardi).

Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna

 

domenica 16 marzo

 

ore 17.00 La lingua del santo di Carlo Mazzacurati (2000, 112’)

«I soliti idioti, così inadeguati per la retorica del florido Nordest, vagano per la campagna a piedi o in bicicletta, tra ville e hippy tardivi, mangiano funghi, uova e salami avvelenati. Bentivoglio e Albanese sono perfetti nel ruolo dei due teneri e malinconici vagabondi nelle notti venete. Una bella e agra commedia sulla fame, sul fallimento, sul paesaggio, sulle streghe volanti, sull’amicizia e sui santi. Intanto le cose cambiano e dentro tutti restano uguali a loro stessi» (Magrelli).

 

ore 19.00 A cavallo della tigre di Carlo Mazzacurati (2002, 107’)

«Guardia giurata in un’azienda milanese e indebitato, Guido finge, complice la sua compagna Antonella, una rapina da trecentocinquanta milioni che riesce, ma è arrestato. Anni dopo è coinvolto nell’evasione di due carcerati. Finale rocambolesco con un’anomala emigrazione. L’8° lungometraggio del padovano C. Mazzacurati è una scommessa rischiosa, vinta a metà, che parte dal libero rifacimento dell’omonimo bel film (1961) d’insuccesso e desaparecido di Comencini, riscritto con Franco Bernini. È un film scomponibile in 2 parti – la 1ª incline al comico, la 2ª alla favola –, scucito, sconnesso, disorientato che ha come tema e tela di fondo lo spappolamento di una società deformata dalla tabe televisiva» (Morandini).

 

ore 21.00 L’amore ritrovato di Carlo Mazzacurati (2004, 105’)

La storia d’amore tra Mario (Stefano Accorsi) e Giovanna (Maya Sansa): lui è sposato e lavora in banca, mentre lei è una ragazza di umili origini che lavora come manicure a Livorno ed è nota per essere una ragazza “facile”. S’incontrano per la prima volta in treno negli anni che precedono la seconda guerra mondiale e da quel momento ha inizio una tormentata relazione che, tra abbandoni e riavvicinamenti, andrà avanti fino al 1945.

 

Cinema Trevi- vicolo del puttarello 25 – Roma  - ingresso 4 euro, ridotto 3 euro, abbonamento a 10 ingressi 20 euro

 

 

 

Susanna Zirizzotti

Pubblicato: 08/03/2014
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