La Costituzione dimenticata: quando l’Ucraina sognò l’indipendenza nel 1710
by Giulio de Nicolais d'Afflitto
Nel 1710, mentre l'Europa era ancora scossa dagli esiti della grande battaglia di Poltava, un evento poco noto ma straordinariamente significativo si consumava nei pressi della città moldava di Bender: il Consiglio dei cosacchi elesse Pylyp Orlyk nuovo atamano dell’Ucraina della riva destra del Dnepr e adottò un documento che passerà alla storia come la Costituzione di Pylyp Orlyk, o Costituzione di Bender.
Redatto in latino e oggi conservato nell’Archivio di Stato svedese, questo testo è considerato una delle prime costituzioni moderne d’Europa. Rimase in vigore fino al 1714, in un periodo di profonda instabilità politica, e conteneva principi democratici e idee di separazione dei poteri che, in alcuni casi, sembrano anticipare di secoli le costituzioni liberali occidentali. Molte delle sue disposizioni, secondo gli studiosi, conservano ancora oggi un’impressionante attualità.
Eppure, nonostante la sua importanza storica, la Costituzione di Orlyk rimane poco conosciuta, sia in Ucraina che nel resto del mondo. Perché?
Per comprenderlo, bisogna tornare al giugno del 1709, nei campi insanguinati di Poltava, dove si consumò una delle battaglie decisive del XVIII secolo. Le truppe dello zar Pietro I inflissero una pesante sconfitta all’esercito svedese del re Carlo XII e ai suoi alleati cosacchi guidati dall’etmano Ivan Mazepa. La scena, resa drammaticamente dal premio Nobel svedese Werner von Heidenstam nel libro I guerrieri di Carlo XII, è quella di un massacro: “Montagne di cadaveri di soldati... corvi in volo... un dragone svedese morente che intona un salmo sotto il cielo stellato”.
La sconfitta segnò la fine del progetto di Mazepa di costruire uno stato ucraino indipendente. Fu quella che gli storici ucraini avrebbero poi definito la “Catastrofe di Poltava”.
Dopo la battaglia, Mazepa e i suoi uomini, tra cui il fidato cancelliere generale Pylyp Orlyk, cercarono rifugio presso il re svedese in esilio. Alla morte di Mazepa, fu proprio Orlyk a raccogliere il testimone. Eletto atamano dai cosacchi, si propose di continuare la lotta per un’Ucraina libera, come scrisse a Carlo XII, “dalla schiavitù e dalla tirannia moscovita”.
La Costituzione di Orlyk fu il manifesto politico di questa visione: un’Ucraina indipendente, retta da leggi, con un potere esecutivo limitato e diritti garantiti ai cittadini.
A più di tre secoli di distanza, quel documento resta un simbolo della lunga e complessa lotta ucraina per l'autodeterminazione – una pagina luminosa e spesso ignorata della storia europea.

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