“Fede e Ragione: modelli educativi per un dialogo pro-pace”

“Fede e Ragione: modelli educativi per un dialogo pro-pace”

 di Patrizio Imperato di Montecorvino

A seguito dell’importante evento pro pace, voluto da Papa Francesco, ovvero, dell’incontro  di preghiera, accompagnato dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, insieme ai Presidenti Shimon  Peres ed Abu Mazen, avvenuto nel pomeriggio della trascorsa domenica dell’8 giugno nei giardini dello Stato della Città del Vaticano, l’Accademia Angelico Costantiniana di lettere arti e scienze ha dato avvio a questi successivi lavori “propedeutici” organizzando l'Evento con una singolare Conferenza, svolta sabato 14 giugno, a Palazzo della Rovere, dal tema “Fede e Ragione: modelli educativi per un dialogo pro-pace”. La manifestazione, patrocinata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, nella persona del Suo Presidente, S. Em. Rev.ma il Signor Cardinal Peter Turkson, è stata introdotta dal Presidente dell’Accademia Angelico Costantiniana, S.A.I. il Principe Alessio Ferrari Angelo-Comneno di Tessaglia, enunciando il significativo passaggio del discorso di Papa Francesco, proclamato nel corso di detto storico incontro nei giardini vaticani, ovvero  che,  «Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo», questo è lo spirito che ha dettato le ragioni di questa Conferenza il cui orizzonte ha voluto raggiungere il suo più ampio raggio di azione per una auspicabile riflessione di partecipata ancorché concreta responsabilità. Infatti, molti gli autorevoli interventi, tra i quali gli eccellentissimi Delegati che hanno applicato, nelle  terre provate dal dolore delle guerre e della povertà, modelli educativi pro-pace; tra questi anche personalità delle Chiese cattoliche e ortodosse d’Oriente e di Occidente e del mondo Islamico. I seguenti relatori hanno contribuito con esempi e testimonianze dirette dei vissuti di tali processi, del cui plauso si sono fatti partecipi i convenuti in sala.

- S.A.R. India d’Afghanistan, figlia del Re Amanullah Khan che governò il paese dal 1919 al 1929,  portandolo all’indipendenza dalla Gran Bretagna e introducendo diverse riforme tese a modernizzare il Paese con l’obiettivo di farne uno Stato islamico, moderato e moderno. Nominata nel 2006  ambasciatrice del Governo Afghano per la promozione in Europa della cultura e di opere umanitarie. L'intervento della principessa si è incentrato sul provato campo della sua esperienza, ovvero, sul valore e le modalità di sostegno a favore della popolazione afgana, esaltando l'operato delle forze armate italiane ancora impegnate nei soccorsi umanitari. - S.E. Mons. Jean Marie Speich, francese, Arcivescovo Titolare di Sulci, è stato nominato da Sua  Santità Papa Francesco Nunzio Apostolico in Ghana. Il suo intervento si è incentrato sul merito della Chiesa di saper trovare ciò che unisce e non ciò che divide, quale testimonianza fedele di un istituzione che affianca i poveri e legittima ogni pacifico intervento in materia di diritti umani. Tale atteggiamento è stato, ed è tuttora, meritorio di un alta considerazione, fiducia e stima dello stesso popolo ghanese, quanto delle stesse autorità che pubblicamente ne acclarano le riscontrate competenze; espressioni di quella saggezza e sensibilità che da sempre la santa Sede ne espone con prudenziale coraggio, umile fiducia e costante impegno per mezzo dei Suoi nunzi apostolici, forgiati, oltre che di specifiche e indispensabili attitudini, anche di un lungo percorso di studi ed esperienze che consentono al “meno peggio” di raggiungere e realizzare obiettivi di pubblica utilità e sempre a favore dei meno abbienti e nel rispetto di leggi e trattati internazionali e pattizi. - S.E. Habeeb Mohammed Hadi Alì Al-Sadr Ambasciatore della Repubblica dell’Iraq presso la  Santa Sede, da subito ha voluto avviare, anche attraverso l’arte, un forte dialogo culturale e religioso  tra tutti i popoli del mondo. Infatti, la sua relazione, costitutiva di versetti coranici, ha introdotto anche un ermeneutica idonea alla formulazione di buoni processi di modelli pro pace sull’esempio del pensiero classico, la cui paideia ne condurrebbe, per metodo, la dovuta risoluzione in ambito della formazione e della civica istruzione.  - Archimandrita Mons. Mtanios Haddad, siriano, Rettore della Basilica di Santa Maria in Cosmedin  in Roma nonché Apocrisario Patriarcale presso la Santa Sede di Sua Beatitudine Gregorio III, Patriarca della Chiesa Melkita. Il suo intervento ha illustrato i secolari meriti della Casa Imperiale degli Angelo Comneno, nella persona degli Avi di S.A.I. il Principe Alessio, come dei meriti che la Chiesa dei cattolici Melchiti hanno acquisito, nel corso della loro lunga storia, per mezzo della loro fedele e apostolica attività, in obbedienza al Romano Pontefice ed in Ossequio alla peculiare tradizione liturgica che, da sempre, è celebrata nella sua aulica solennità. - S.E. Daniel Ramada Piendibene, Ambasciatore di Uruguay presso la Santa Sede, tra i suoi precedenti incarichi è stato anche Consigliere dell’Uruguay nel Mercosur, gruppo tecnico per la salute  e la nutrizione. L'intervento, molto articolato, si è snodato sul concetto di "Società Iconica", poliedrico paradigma per una concezione del nuovo visus, quale necessario raffronto di un modello di Società la cui "immagine" impone una reinterpretazione modulare dei secolari valori di cui ogni Comunità è, nolente o volente, portatrice, ma da ciò l'esigenza di una decodificazione di questo linguaggio integrativo di opportune modalità che possano disincrostare le apparenti distonie apportatrici, talora, di congrue indifferenze e insani pregiudizi.

Alla fine della Conferenza S.A.I. il Principe Alessio, in qualità di Capo di Nome e d’Arme della Casa Imperiale e Reale Angelo Comneno di Tessaglia ed Epiro, ha conferito Motu Proprio ai distinti benemeriti l’Alto riconoscimento, ovvero, della Medaglia d’Oro di Benemerenza: a) S. Em Rev. Il Sig. Card. Peter Turkson; b) S.A.R. la Principessa India d’Afghanistan. Della Medaglia di Argento di Benemerenza: a) S.E. Mons. Jean Marie Speich; b) S.E. Habeeb Mohammed Hadi Alì Al-Sadr, c) Archimandrita Mons. Mtanios Haddad; d) S.E. Daniel Ramada Piendibene; e) S. Ecc. Alessandro Manini; f) S.A.S. Principe Marescotto Sforza Ruspoli; g) S.A.S. Principe Maurizio Ferrante Gonzaga del Vodice; h) S.E. Bogdan Tataru Cazaban ed anche a tutti i rappresentanti delle Chiese d’Oriente e di Occidente, come del mondo islamico. Inoltre, l’Alto riconoscimento  è stato Conferito ai seguenti delegati del Corpo della Nobiltà Armena, come al Conte Michele Khurtov di Prilepo, al Barone Aliaksander Padoinitsyn e al Nobile Hleb dei baroni Padoinitsyn. Infine, la serata si è felicemente conclusa, fra i degni affreschi del nobile panorama artistico e storico delle Sale del Palazzo della Rovere, in un conviviale cocktail.

Pubblicato: 22/06/2014
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