La Giornata della donna dovrebbe essere 365 giorni l’anno.

 

Speciale 8 marzo: “Sguardi al femminile”. Trasmissione tv.

Di ketty Carraffa

La Giornata della donna dovrebbe essere 365 giorni l’anno.

 

Una riflessione sul contesto storico e sull’attualità della celebrazione della Giornata Internazionale della donna, l’8 marzo, è necessaria e da condividere.

Sono decenni che organizzo e realizzo eventi, iniziative e programmi tv, a livello istituzionale e personale, per portare a conoscenza delle nuove generazioni e il più possibile, ciò che è stata la nostra Storia, ciò che le donne hanno dovuto sacrificare delle loro vite, per rendere il futuro vivibile in democrazia, a uomini e donne, insieme.

Anche quest’anno, il mio impegno sui diritti delle donne parte dalla comunicazione, in ogni sua forma.

 Nell’ambito delle iniziative in merito, porterò a termine la seconda edizione della mia trasmissione televisiva Sguardi al femminile, che andrà in onda la sera del 8 marzo su Lombardia Tv, e che sarà lo “Speciale 8 marzo”, giunta alla sua seconda edizione.

Nel 2016 la mia attenzione si era concentrata in particolare sulla violenza sulle donne e la positività,avendo raccontato, nelle puntate andate in onda, le storie delle donne raccolte nel mio libro Le Donne, acqua nel deserto, coinvolgendo donne e uomini della società civile sull’argomento, alla ricerca di vere soluzioni e proposte concrete a situazioni vere e per fortuna non terminate con il femminicidio…

Nel 2017, ho voluto centrare la mia attenzione e coinvolgere esperti e lavoratrici, attorno al tema del lavoro delle donne, con le storie che raccontano la disoccupazione, le difficoltà a mantenere i rapporti di lavoro, la continua speranza della ricerca del lavoro da parte dei giovani o la disperazione per le innumerevoli risposte negative, nonostante decenni di studi e valore…

Come di consueto, l’ultima puntata, si concluderà con lo Speciale 8 marzo, che vedrà all’interno le interviste a donne delle istituzioni e imprenditrici.

Interessanti saranno le interviste alle donne che uniscono il valore locale con quello di rappresentanza internazionale: alla Consigliera del Comune di Milano, Angelica Vasile (Presidente della Commissione Politiche Sociali), alla consorte di Ricardo Morote (Console e Ambasciatore del Perù a Milano), la signora Sandra Morote e all’imprenditrice Lorena Miccolis, che da anni gestisce, con una squadra tutta al femminile, il suo centro estetico a Milano, con al centro anche la qualità del benessere della mente femminile…

L’attività professionale o volontaria che ognuna di noi decide di portare avanti, le scelte “politiche” o private, sono dirette discendenti del nostro background di conoscenza e provenienza familiare. E vanno perseguite, soprattutto a favore delle giovani generazioni di ragazze e ragazzi che si avvicinano a capire i rapporti di coppia, a volte senza conoscere le parole “rispetto”, “diritti”, “libertà” o Amore.

Nel periodo vicino all’8 marzo, sono ancora tristemente squallide e molte, le iniziative realizzate in tutta Italia, senza la cosiddetta “conoscenza” del vero “perché” dell’esistenza di una simile data da ricordare. Mi riferisco agli spettacoli di streaptease maschili o alle “uscite” serali di donne, a tema mimosa o festaiola squallida…

L’8 marzo è stato istituito come celebrazione, dall’ONU, creato ancor prima dalle operaie sovietiche nel 1917, per la difesa del salario femminile paritario e dopo aver capito che le lotte delle donne per i propri diritti, dovevano essere prese in considerazione a livello mondiale e diventare istituzionali, per rendere consapevoli dell’importanza delle conquiste, le donne come gli uomini, della loro giusta espansione e regolarizzazione.

Le donne italiane, le partigiane, hanno “inventato” il simbolo del fiore della mimosa, non solo perché nasce a marzo ma soprattutto perché nella sua conformazione a “palline”, giallo e profumato, rappresenta la positività della donne, come il movimento delle piante stesse  e il coinvolgimento di tutti.

Sicuramente le partigiane e le donne dell’Udi, non avrebbero mai pensato di assistere al decadimento del messaggio iniziale dell’8 marzo, divenuto un triste commercio ai semafori dei fiori di mimosa o una squallida proposta di spettacoli maschili per donne, che per una sera l’anno “possono uscire di casa” e che danno il peggior spettacolo di sé. Il nostro 8 marzo è ben altro e in queste settimane vi saranno in tutta Italia miriadi di eventi che lo rappresenteranno nel migliore dei modi.

Le iniziative dedicate al 8 marzo sono ancora una fonte di celebrazione e interesse al nostro vissuto di donne, alla nostra Storia sempre in movimento e che vede il genere femminile che si emancipa e nello stesso tempo, quasi mai difeso dalle stesse donne.

Nel variegato mondo attuale, di donne “simbolo” ne cerchiamo disperatamente l’esistenza, sapendo che ne esistono a milioni che faticano a ogni ora del giorno, per rendere la propria vita dignitosa, e altre, che generosamente cercano di supportarle con propri mezzi, culturali, professionali e umani, senza chiedere nulla in cambio, anzi, donando il più possibile il proprio sapere e manciate di aiuto economico, semplicemente per solidarietà femminile.

Le nuove eroine, nascoste o “visibili” e ben radicate nella società del volontariato e della comunicazione, somatizzano la propria generosità a tal punto da non percepire talvolta, atteggiamenti invidiosi e di aggressività delle stesse donne, che ancora mal digeriscono la competizione e i successi delle “altre”, sbagliando interpretazione e considerandole sempre come eterne “rivali in amore”… anche quando si tratta di ricevere solo benefici e non di problemi di cuore.

Faccio un appello alle donne e agli uomini che hanno a cuore la valorizzazione delle nostre buone tradizioni e la sensibilizzazione al tema dei diritti delle donne e delle bambine, per considerare i temi legati, ad esempio, alla violenza sulle donne, alla comunicazione e al linguaggio di genere e, soprattutto, all’educazione al rispetto, da parte dei bambini e delle bambine, come temi sociali da tener presente tutti i giorni dell’anno.

In questo contesto, il mio invito è di mantenere uno spirito laico, storico e di partecipazione al cambiamento, che avverrà solo se le donne e gli uomini, cammineranno insieme.

Per l’8 marzo, il mio invito è di renderci tutte e tutti consapevoli del cambiamento che deve avvenire, a favore delle donne e della nostra voglia di continuare nella lotta ai diritti, di tutte e di tutti.

Se le donne cambiano, possono farlo anche gli uomini….

 

 

Pubblicato: 18/03/2017
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