Attacco Usa colpisce 3 siti nucleari in Iran, tra cui quello di Fordo. Reazioni

Attacco Usa colpisce 3 siti nucleari in Iran, tra cui quello di Fordo. Reazioni
by Giulio de Nicolais d'Afflitto
 
Gli Stati Uniti, nella notte tra il 21 ed il 22 giugno, hanno condotto un'operazione militare che ha colpito tre importanti impianti nucleari in Iran, tra cui il noto sito di Fordo, situato in una remota zona montuosa. Gli attacchi, effettuati con l'utilizzo di sei bombardieri B-2 Spirit, che hanno sganciato ciascuno 2 bombe bunker buster, in grado di penetrare decine di metri di roccia e sfondare il tetto di cemento armato dei sottostanti bunker iraniani situati a 90-100 mt sotto terra. Questi bombardamenti Usa, avvenuti in concomitanza con azioni simili da parte di Israele, hanno preso di mira anche gli impianti di Natanz e Isfahan, principali centri di arricchimento dell'uranio in Iran. L'attaco statunitense si sarebbe reso necessario a seguito della volontà del Regime integralista iraniano di produrre a breve termine 6 bombe atomiche da usare contro i suoi storici nemici occidentali, anzichè usare l'uranio per la costruzione di centrali nucleari utili alla produzione di energia pulita ad uso civile.
 
Al momento, non sono ancora disponibili dettagli precisi sui danni causati alle strutture, anche se l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) ha dichiarato che non sono stati rilevati aumenti nei livelli di radiazioni esterne. Tuttavia, l'organismo ha espresso preoccupazione per le implicazioni di un'escalation militare in un contesto già teso. Il presidente Trump ha esultato sui social scrivendo "...Fordo è andata!...". Nella giornata di oggi 23 giugno 2025, Putin ha ricevuto il ministro degli Esteri iraniano Araghchi a Mosca il quale hanno dichiarato che Usa e Israele hanno superato la linea rossa. In un momento di massima tensione tra Iran e Israele, con il conflitto che rischia di estendersi su scala globale,  l’Iran  minaccia gli Stati Uniti e annuncia la chiusura dello Stretto di Hormuz con l'uso di batterie missilistiche terra-mare. Tutto ciò è visto dagli analisti come un tentativo della Russia, che è la superpotenza storica di riferimento dell'Iran, di rafforzare il proprio ruolo strategico nella regione. La Cina la quale è attualmente il più grande partner commerciale dell'Iran, e che pertanto verrebbe penalizzata dalla eventuale chiusura dello Stretto di  Hormuz, si auspica una soluzione pacifica della crisi ed il ritorno al tavolo diplomatico.
 
I siti e il processo di arricchimento dell'uranio. Il complesso di Fordo, nascosto sotto una montagna, rappresenta un elemento chiave nel programma nucleare iraniano. La sua posizione sotterranea, a circa 80-90 metri di profondità, lo rende difficile da colpire e monitorare. Qui, l'uranio viene arricchito attraverso un processo di centrifugazione, che separa l'isotopo U-235, necessario per reazioni nucleari controllate o, in concentrazioni elevate, per armi nucleari.
 
L'uranio naturale si presenta principalmente come uranio-238, con solo lo 0,7% di uranio-235. Per scopi civili, come le centrali nucleari, si richiede un arricchimento tra il 3% e il 5%. Tuttavia, per la produzione di armi, necessita di concentrazioni superiori al 90%. Attualmente, l'AIEA ha riferito che l'uranio iraniano ha raggiunto circa il 60% di arricchimento, avvicinandosi così ai livelli necessari per un'arma nucleare.
 
Gli esperti sottolineano che, sebbene l'uranio altamente arricchito sia più radioattivo, un attacco diretto ai depositi di uranio non comporterebbe un disastro nucleare, la radioattività, infatti, si disperde in modo limitato e i livelli esterni di radiazioni rimangono nella norma, come  l'AIEA avrebbe confermato dopo l'esito del bombardamento Statunitense.
 
Ci sono però danni per la salute delle popolazioni vicine, poiché le particelle di uranio si depositano nei polmoni o nello stomaco, causando danni a lungo termine. Inoltre, l'esposizione a sostanze chimiche come l'esafluoruro di uranio è un pericolo in caso di rilascio accidentale.
 
In tutta Europa si teme il possibile riacutizzarsi della deriva estremista terrorista islamica, e le autorità dei singolo Paesi dell'Ue hanno rafforzato le misure per la sicurezza dei siti Israeliani e Statunitensi. 
Pubblicato: 25/06/2025
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